Una delle ragioni per cui lo yoga è di grande efficacia anche in ambito fisioterapico, oltre che per la salute e l’equilibrio di corpo e mente, riguarda gli effetti sul tessuto connettivo.
Il tessuto connettivo comunemente chiamato fascia è una membrana di tessuto connettivo fibroso che avvolge e si estende a tutti gli organi, le strutture muscolo-scheletriche del corpo dandone sostegno.
Continua a leggere per scoprire come lo yoga può aiutarti per mantenere elastica e flessibile la fascia.
Buona lettura!
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Tessuto connettivo e perdita dell’elasticità
Il tessuto connettivo ha un ruolo strutturale perché unisce tutte le parti che compongono il corpo intero, a partire dal livello più sottile tra le cellule fino allo strato più esterno dalla pelle che ci avvolge.
La fascia è un elemento di costrizione del nostro corpo e varia di spessore e di densità, comprende i tendini, le aponeurosi, i vari tipi di tessuto che formano le articolazioni, le reti di collegamento, gli attacchi e le connessioni continue in tutto il corpo, avvolge organi, ossa, muscoli e tutto ciò che costituisce il sistema muscolo scheletrico.
È letteralmente ovunque.
Ha un’architettura tridimensionale.
Il tessuto connettivo o fascia è il tessuto biologico che tiene insieme ogni parte del corpo, una parte di collagene, gel e fibre che, come la cellulosa nelle piante, dà struttura e sostegno al corpo.
Possiamo immaginarlo come una tuta che riveste tutto il corpo oltre che internamente e garantisce ad esso un’unità anatomica e funzionale.
La rete fasciale è fatta di collagene, elastina e sostanza extracellulare.
Il collagene ha la funzione di garantire ai tessuti una certa resistenza meccanica agli stiramenti, così resiste bene alle trazioni e, a differenza dell’elastina, risulta inestensibile.
La fascia è costituita da circa il 70% d’acqua e, in condizioni ottimali, è idratata, fluida, reattiva e dinamica.
Molto simile a un gel, è morbida, scivolosa e trattiene l’acqua.
Quando manca una certa quantità di acqua e la fascia appare disidratata le qualità elastiche e di rimbalzo vengono meno.
Lo scivolamento dei tessuti avviene con difficoltà al punto da essere “incollati” gli uni sugli altri.
Per avere un’idea chiara di come le fasce siano interconnesse e di cosa accade quando il tessuto connettivo in una zona del corpo è teso e non scivola sui suoi foglietti, basta pensare al caso di una distorsione di caviglia o di un trauma al ginocchio, per esempio.
Camminando male e caricando male su quell’arto per un certo tempo accade che vengano compromesse, e pertanto si facciano sentire, pure altre parti del corpo a monte come l’anca, ecc.
Ciò sta a significare che c’è un legame stretto tra le parti del corpo che agisce anche a distanza.
Normalmente il tessuto connettivo è ben idratato ed estensibile, condizioni ideali/necessarie per favorire lo scivolamento dei foglietti, ma può accadere che le fasce non scorrano le une sulle altre quasi a sembrare di essere incollate.
Questo può succedere quando si sta troppo a lungo seduti, si è inattivi, si assumono posture poco funzionali, si fanno allenamenti troppo intensi, si è spesso sotto stress o si segue un’alimentazione sbagliata.
A proposito, una giusta alimentazione che mantiene in salute la fascia richiede:
- verdure preferibilmente a foglia verde e altri cibi ricchi di fibre
- ridurre zuccheri, latticini, farine raffinate, caffè
- molta acqua durante la giornata
Questi fattori determinano una perdita dell’elasticità nel tessuto connettivo e a seguire provocano tensioni e dolori.
Yoga: quanto è utile per la flessibilità?
Una delle pratiche più utili ed efficaci per curare e per mantenere in salute le fasce è lo yoga.
Il beneficio fondamentale dello yoga è il lavoro fasciale che mantiene libere le articolazioni.
Lo yoga reidrata, riattiva e riorganizza le fasce.
Lo yoga aiuta a migliorare la mobilità e la flessibilità perché allunga, rafforza, detende e scioglie i tessuti.
Praticare lo yoga per allentare la fascia e mantenerla in salute aiuta a conoscere meglio il proprio corpo.
Con la consapevolezza corporea si comprende quali azioni migliorano la condizione fisica.
Si fa esperienza dei vari movimenti che spostano le diverse parti o segmenti del corpo creando azioni in flessione, estensione, rotazione, inclinazione, ecc.
Attivare regolarmente le fasce con la pratica dello yoga aiuta a rendere il tessuto connettivo più flessibile.
Durante la lezione di yoga si raggiungono determinate posizioni oppure si passa da un’asana all’altra sia stando sdraiati o seduti sul tappetino che in posizione eretta.
Questi esercizi, compresi quelli di equilibrio, favoriscono la distensione delle fasce grazie all’allungamento, alle oscillazioni, al mantenimento di certe pose.
Nessun distretto corporeo viene trascurato e dopo un’ora di attività ogni parte del corpo è distesa.
L’idratazione della fascia inoltre si raggiunge muovendo il corpo in modo ampio, raggiungendo le massime escursioni articolari e lavorando in allungamento proprio come nello yoga.
Ora presta attenzione a questo passaggio:
Accade molto di frequente che alcune persone inizino un corso di yoga per poi abbandonarlo considerandolo non adatto alla propria condizione fisica o al problema fisico che lamentano.
L’ambizione ad un’esecuzione perfetta come mostrata dall’insegnante deve rimanere soltanto un possibile obiettivo futuro e non un elemento di frustrazione.
Non esiste la perfezione e ciascuno deve praticare lo yoga secondo il proprio livello, nel rispetto della propria situazione fisica e delle possibilità di movimento.
Forzare troppo certe posizioni, pretendere di eseguire la routine bene come l’insegnante, non accettare le proprie limitazioni e rigidità porta dritto all’abbandono del corso.
Lo yoga è sempre rispondente ai bisogni di ogni persona purché lo si approcci o si continui con pazienza e impegno.
Lo yoga è adatto alla stragrande maggioranza delle persone perché senza fare troppo sforzo, richiede di lavorare sulla propria individuale posizione, richiedere cioè di tendere verso quella data posizione e non di raggiungere a tutti i costi quella perfetta e risulta essere una precisa e perfetta integrazione a coloro che praticano altri sport.
Come in fisioterapia con determinati esercizi terapeutici, lo yoga contribuisce a:
- aumentare la flessibilità
- migliorare la stabilità e l’equilibrio
- incrementare la forza
- alleviare la forza
- allentare la rigidità
- prevenire e lenire il dolore articolare
- dare sostegno alla schiena, in particolare
- ottimizzare le prestazioni fisiche soprattutto nello sport
- migliorare le capacità di rigenerazione e di recupero
- riduce il rischio di infortuni
L’attenzione posta sull’allungamento attivo e il mantenimento di determinate posizioni o asana rende lo yoga una pratica total body per distendere il tessuto connettivo e renderlo elastico.
Fascia e postura: esiste una connessione?
La fascia connettivale riveste grande interesse dal punto di vista posturale.
La postura è l’adattamento di ciascun individuo all’ambiente sia fisico, psichico che emozionale, è il modo con cui ognuno reagisce alla forza di gravità, alle varie sollecitazioni e il modo con cui lo comunica all’esterno attraverso pose e atteggiamenti.
Inoltre, la fascia ha un ruolo di primo piano nella propriocezione, la capacità di percepire la posizione del corpo nello spazio in quel dato momento e lo stato di contrazione dei muscoli.
Una buona propriocezione consente di controllare costantemente i movimenti e le diverse posizioni del corpo.
Per le persone anziane lo yoga risulta quindi un fattore importante di salute.
Funzioni e ruoli della fascia
Le funzioni e i ruoli della fascia sono molteplici e importanti e molti sintomi e problemi fisici possono dipendere da una disfunzione nella fascia.
La fascia, dunque:
- sostiene il corpo, lo protegge e gli dà una forma
- una rete che consente una “comunicazione” interna tra muscoli sistema nervoso, organi, ecc.
- favorisce la trasmissione di energia, di tensione e di rilassamento nonché di distensione durante ogni singolo movimento
- è fondamentale per la percezione del proprio corpo (propriocezione)
- fa parte del sistema immunitario
- regola lo scambio termico.
Sensibile allo stress, la fascia tende ad irrigidirsi, a risultare tesa e immobilizzata.
La tensione della fascia perturba l’equilibrio generale dell’organismo così da instaurare una fragilità e permettere lo sviluppo della patologia.
Molti mal di schiena originano proprio da un cattivo stato delle fasce.
La fascia è responsabile della libertà di movimento del nostro corpo e del suo funzionamento.
Ogni persona ha una composizione del tessuto connettivo diversa: c’è chi è lasso cioè molto flessibile a chi è rigido.
I fattori che alterano il tessuto connettivo:
- mancanza di esercizio fisico
- sforzi fisici eccessivi e ripetuti
- presenza di cicatrice o aderenze
- malattie infiammatorie o stato infiammatorio dell’organismo
- alimentazione
Quando la fascia è tesa, rigida, “incollata” poco scorrevole non può modificarsi in breve tempo anche con gli esercizi più appropriati.
Le fibre di collagene di cui è costituita non hanno la caratteristica dell’elasticità pertanto c’è bisogno di impegno e di pazienza.
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