Anche qui a Starbene Group coloriamo di “rosa” il mese di ottobre per sensibilizzare la donna sulla realtà del tumore al seno, che richiede lotta e prevenzione.
Grazie all’attività fisica, infatti, si può fare molto e alla fine dell’articolo ti daremo qualche consiglio pratico.
Due sono i fattori determinanti da prendere in considerazione: la diagnosi precoce della malattia e lo stile di vita in quanto l’età di insorgenza si sta abbassando (tra i 40 e i 50 anni) e il problema si sta diffondendo [dott. Schitulli – Lega Italiana per la lotta contro i tumori – LILT].
Tutto inizia con un nodulo al seno nella maggior parte dei casi, con l’ingrossamento dei linfonodi sotto l’ascella oppure con qualche alterazione cutanea (arrossamento, piega, retrazione della pelle, ispessimento, tumefazione) che richiede un controllo medico immediato.
Scoprire il tumore prima possibile (quando misura meno di un centimetro) significa avere oltre il 95% di probabilità di guarire ed evitare i danni estetici dovuti alla chirurgia.
Prevenzione, dunque, già tra le ragazze di 16-18 anni con l’autoesame per poi arrivare alla mammografia annuale a partire dai 40 anni.
Ma se la prevenzione e la diagnosi precoce giocano un ruolo essenziale nella lotta al tumore al seno, lo stile di vita di ciascuna donna può incidere significativamente nell’eliminare quei fattori di rischio da cui dipendono più del 20% dei tumori alla mammella.
Praticare una regolare attività fisica è la prima azione di vitale importanza, così come controllare il proprio peso corporeo con una sana, moderata assunzione di alimenti come eliminare il fumo o ridurre il consumo di alcol.
Se alcuni fattori di rischio come la familiarità per la neoplasia, la predisposizione genetica, l’età avanzata non sono modificabili, altri, invece, come fare dell’attività fisica con costanza e regolarità possono ridurre la possibilità di sviluppare un tumore al seno.
Le soluzioni terapeutiche per la cura del tumore al seno oggi disponibili comprendono la chirurgia, la radiotarapia, la chemioterapia, l’ormonoterapia e le terapie biologiche (fondazioneveronesi.it), ma prima di giungere a queste condizioni obbligatorie si può fare molto.
L’attività fisica è in grado di ostacolare la formazione di un tumore al seno e, anche se gli effetti si manifestano nel periodo menopausale e post-menopausa, dedicare all’attività fisica una minima parte del proprio tempo fino dall’adolescenza significa far calare l’incidenza del tumore che si svilupperebbe poi al termine del periodo fertile.
Il tumore al seno è per le donne la malattia oncologica più diffusa in tutto il mondo.
Il problema è che la progressiva diffusione di stili di vita cosiddetti “occidentali” (che comportano inattività fisica, sovrappeso e obesità) è valutata come una delle cause dell’aumento dei casi di tumore al seno tra le donne.
L’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) fa sapere che molti tumori, e non solo quello al seno, diventano più frequenti se si è in sovrappeso e obesi e di conseguenza poco atttivi.
Ciò vuol dire che tra i molteplici fattori che condizionano l’insorgenza del tumore al seno, alcuni sono determinati dalle abitudini personali.
E sulle abitudini di ciascuno si può scegliere cosa fare!
Alla popolazione di sedentari e inattivi quali siamo è spesso difficile far capire quanto fondamentale sia, in prevenzione o se ci si ammala di tumore al seno, svolgere sempre e comunque dell’attività fisica.
Non serve controllare soltanto la dieta alimentare, bisogna muoversi di più.
Cosa fare quindi?
Una mezz’ora di attività fisica personalizzata e su misura al giorno (oppure 2-3 ore alla settimana) tra camminare di buon passo, frequentare una palestra, farsi consigliare un programma di esercizi fisici da un personal trainer o da un fisioterapista, seguire un corso di ginnastica, di pilates o altro, può bastare ad attivare i meccanismi protettivi.
L’attività fisica infatti, a tutte le età, innesca quei processi di riduzione del peso corporeo di influenza sugli ormoni femminili in circolo, di miglioramento dell’attività del sistema immunitario che proteggono l’organismo dal rischio di tumore.
Allora, se muoversi riduce il rischio di un tumore al seno, perché attendere?
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