Il dolore cronico è una sensazione spiacevole persistente o che si ripresenta periodicamente che limita la funzionalità di un’articolazione, di un distretto o di tutto il corpo.
È un’esperienza negativa non solo dal lato sensoriale, ma pure dal lato emotivo e costituisce una vera e propria patologia.
Può manifestarsi in conseguenza a disturbi, lesioni o disequilibri a livello articolare, muscolare, osseo, legamentario, tendineo o a carico di qualche organo.
Può essere legato ad una serie di malattie infiammatorie di tipo degenerativo oppure può essere conseguenza di condizioni, come nella fibromialgia, in cui non sono evidenti anomalie dei tessuti.
Il dolore cronico ha un forte impatto sulla quotidianità della persona.
Avere dolori che fanno stare costantemente male comporta conseguenze non soltanto fisiche ma anche psico-sociali nella vita di chi soffre.
Continua a leggere per scoprire come fare per gestirlo al meglio.
Tabella dei contenuti >> (tempo lettura: 8 minuti)
- Cosa significa dolore cronico?
- Quali possono essere le cause principali del dolore cronico?
- Quali sono le differenze tra il dolore cronico e il dolore acuto?
- L’importanza della fisioterapia per affrontare il dolore cronico
- Va bene fare esercizio fisico in presenza di dolore cronico?
- 5 esercizi per gestire il dolore cronico
Cosa significa dolore cronico?
Un dolore è considerato cronico quando è presente per oltre tre mesi o per un tempo che risulta superiore a quello necessario per risolvere quella data patologia o quel dato infortunio.
Alcune patologie sono caratterizzate dal dolore cronico con una certa frequenza.
Così molti mal di schiena (lombalgia, lombosciatalgia…), l’artrosi, l’artrite reumatoide, la spondilite anchilosante, la fibromialgia, le emicranie si accompagnano a un dolore che si ripresenta e che non se ne va.
Il dolore cronico, che interessa più del 20% della popolazione adulta, comporta una serie di effetti negativi quali:
- scarsa funzionalità corporea o disabilità
- ridotta qualità della vita
- costi sanitari e di cura
- disturbi del riposo e del sonno
- ansia, stress e stato depressivo
Ad oggi si tende a trattare il dolore cronico ancora soltanto con farmaci antidolorifici e antinfiammatori, riposo e inattività.
Tuttavia l’esercizio fisico terapeutico può dare benefici sia allo stato fisico che a quello mentale della persona.
Quali possono essere le cause principali del dolore cronico?
Il dolore cronico, diverso per ogni persona che ne soffre, può dipendere da:
- cause fisico-organiche (fattore di natura biologica)
- ma può essere aggravato da cause psicologiche come lo stress, l’ansia, lo stato depressivo
- e/o da cause sociali come la qualità delle relazioni, il rifiuto, la condizione lavorativa, la partecipazione alla vita sociale…
Questi molteplici aspetti danno al dolore cronico una connotazione di complessità che a loro volta alimentano la sensazione negativa di sofferenza e contribuiscono alla persistenza.
Quali sono le differenze tra il dolore cronico e il dolore acuto?
Il dolore acuto è un campanello d’allarme che allerta la persona di una minaccia a livello fisico.
Il segnale doloroso, detto stimolo nocicettivo (perché “nuoce”) informa, infatti, che qualcosa sta accadendo al corpo e che la funzionalità può essere compromessa.
Un infortunio, una lesione, un danno, un disequilibrio possono generare dolore acuto che, a sua volta, attiva il sistema nervoso centrale per intervenire.
Così il sistema nervoso centrale, di fronte una minaccia per l’organismo, stimola il sistema motorio, quello immunitario e l’endocrino ad intervenire e a ricreare un adattamento.
Conoscere la causa del dolore acuto permette di trattare ciò che lo ha scatenato e di risolverlo.
Nel caso in cui non si sia trovata soluzione, il dolore acuto può permanere e cronicizzare.
Il dolore cronico ha la caratteristica della persistenza nel tempo pertanto è il segnale di una condizione anomala che si perpetua, che non si risolve e che diventa esso stesso una patologia del sistema nervoso centrale.
L'importanza della fisioterapia per affrontare il dolore cronico
Il fisioterapista ha il compito di comprendere il dolore cronico trovando un equilibrio tra trattamenti con terapia fisica e terapia manuale per agire non soltanto sull’aspetto fisico, ma pure sugli aspetti psicologici e sociali di quel dolore.
La persona che soffre di dolore cronico ha necessità di rivedere i suoi comportamenti nella gestione del dolore, ha bisogno di modificare il suo stile di vita e di non sentirsi vittima passiva.
Per far ciò, oltre il fisioterapista, può essere consigliato un approccio multidisciplinare con figure come il nutrizionista, il personal trainer, lo psicologo, ecc. che possono dare il proprio contributo nella risoluzione del dolore.
Non basta ricorrere ai farmaci per sedare momentaneamente il dolore, bisogna aggiungere l’esercizio aerobico e di forza, di rilassamento e quello più specifico, esercizio terapeutico.
Il fisioterapista deve concordare con la persona obiettivi facili e raggiungibili secondo una progressione lenta e graduale per non scatenare il dolore e far perdere la fiducia nel programma terapeutico.
È bene inoltre valutare se alcuni esercizi specifici (come il piegamento delle gambe in caso di dolore cronico alle ginocchia o il flettersi in avanti per toccare le punte dei piedi in caso di mal di schiena, ad esempio) possono suscitare paura nell’eseguirli.
Il compito del fisioterapista è quello di aiutare la persona a sperimentare gradualmente e in sicurezza alcuni movimenti esponendosi pian piano ad altri più complessi che fanno parte del suo vivere quotidiano e che il dolore cronico ha da tempo limitato o impedito.
Va bene fare esercizio fisico in presenza di dolore cronico?
L’esercizio fisico e terapeutico eseguito regolarmente ha un effetto diretto sulle strutture muscolo scheletriche sofferenti, sul sistema cardiocircolatorio e respiratorio, sul metabolismo, ma soprattutto interviene nella modulazione del dolore.
Ciò significa che l’attività fisica riduce l’ipereccitabilità del sistema nervoso centrale e stimola i processi di inibizione che dal sistema nervoso centrale vanno verso quello periferico.
Rilasciando serotonina, dopamina e altri oppioidi, l’esercizio fisico coadiuva o addirittura sostituisce l’effetto dei farmaci antidolorifici.
L’esercizio fisico, inoltre, ha un ruolo antinfiammatorio perché riduce la quantità di citochine pro-infiammatorie, sostanze responsabili del processo infiammatorio.
Chi soffre di dolore cronico deve essere rassicurato dalla figura del fisioterapista che il dolore non è sempre un indicatore di un danno o di una patologia che controindica il movimento, ma un meccanismo complesso influenzato dagli aspetti emozionali, psico-sociali e non solo fisici.
È molto probabile che l’esecuzione dell’esercizio fisico e terapeutico si accompagni spesso alla sensazione di un lieve dolore (che non deve essere mai elevato), ma ciò non esclude la pratica.
Riferirsi costantemente ad una scala di valore del dolore (da zero a 10: a zero non c’è dolore, a 10 il dolore è insopportabile) aiuta ad acquisire consapevolezza prima, durante e dopo l’esercizio fisico.
L’esercizio fisico e terapeutico agisce inoltre sul tono dell’umore riducendo l’ansia, apporta benefici al sonno e alla condizione di rilassamento, calma la paura di peggiorare il quadro sintomatologico.
L’esercizio fisico e terapeutico agisce sulla forza, sulla resistenza, sulla mobilità migliorando la sintomatologia dolorosa e la funzionalità.
È importante però tener conto delle variabili dell’esercizio che sono la durata, l’intensità, la frequenza e la modalità di esecuzione per ogni singolo caso, per ogni singola persona in relazione alle esperienze precedenti e alle preferenze.
L’esercizio fisico e terapeutico aiuta a comprendere appieno l’esperienza del dolore cronico e a invertire quel circolo vizioso che porta la persona a sentire il dolore, limitarsi nei movimenti fino all’inerzia e all’inattività, arrendersi a comportamenti e stili di vita sedentari, uso esclusivo di farmaci, peggiorare la disfunzionalità e la disabilità.
L’esercizio fisico dosato e praticato con regolarità e costanza ha la capacità di influenzare la neurobiologia del dolore.
Può essere così efficace positivamente sulla gestione del sistema doloroso perché:
- migliora la circolazione linfatica e sanguigna
Questi due liquidi corporei, linfa e sangue, forniscono nutrienti e ossigeno alle cellule muscolari e nervose, inoltre le puliscono dai rifiuti riducendo l’infiammazione ai responsabili del dolore - Modula i neurotrasmettitori
Nel cervello, con l’attività fisica, la produzione di serotonina e noradrenalina viene influenzata con il risultato di una migliore regolazione del dolore e dell’umore - Libera le endorfine
Queste sostanze sono considerate degli analgesici naturali e sono in grado di lenire il dolore abbassandone la percezione - Correggere la postura e aumenta la forza, la flessibilità, la resistenza, l’equilibrio
Ogni disequilibrio, rigidità o limitazione funzionale che causano dolore possono essere ridotti o eliminati con il corretto movimento - Tiene controllati stress e ansia
Stress e ansia peggiorano la percezione del dolore creando innumerevoli disagi, pertanto muoversi secondo precise indicazioni può aiutare nella gestione emotiva.
Nella gestione del dolore cronico è importante far capire alla persona che l’esercizio terapeutico è necessario sempre, ma soprattutto quando si prediligono le soluzioni passive come le terapie farmacologiche e quelle fisiche della fisioterapia per paura di peggiorare il sintomo doloroso.
Non è con il riposo, l’assenza di movimento che si combatte il dolore cronico ma con una gradualità nell’esecuzione degli esercizi personalizzati.
5 esercizi per gestire il dolore cronico
Ecco 5 esercizi che potranno aiutarti a gestire il dolore cronico:
👉 ESERCIZIO 1 (Allungamento)
Sdraiato su una superficie non troppo morbida, raccogli le ginocchia al petto tirando con le braccia per 10-20 secondi.
Ripeti alcune volte oppure un ginocchio alla volta e l’altra gamba distesa.
👉 ESERCIZIO 2 (Mobilizzazione a 4 appoggi)
In quadrupedia con le mani sotto le spalle, gomiti distesi, inspirare e incurvare la schiena verso il basso guardando verso l’alto, poi espirando, incurvare verso l’alto la schiena (3-5 volte)
👉 ESERCIZIO 3
Sempre a carponi, allunga il braccio destro e la gamba sinistra per 3 secondi, poi cambia braccio e gamba.
Alterna per 5 volte circa.
👉 ESERCIZIO 4
In piedi, schiena e testa appoggiate al muro facendo aderire la schiena così da contrarre gli addominali.
Scendi con il bacino verso il basso mantenendo la schiena aderente al muro e rimani con ginocchia flesse per 10-20 secondi.
👉 ESERCIZIO 5
A pancia in giù, contrai gambe e glutei come per staccarle da terra e alterna l’elevazione del busto, poco da terra.
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