C’è un processo naturale di invecchiamento delle ossa che comporta la perdita degli elementi minerali come il calcio.
E c’è una condizione patologica fino al rischio di frattura che vengono denominati osteoporosi.
In tutti e due i casi si assiste all’indebolimento dell’osso.
La densità ossea diminuisce a causa di fattori connessi al metabolismo e all’alterato equilibrio dell’attività delle cellule ossee.
Cosa accade di preciso?
Le cellule responsabili del riassorbimento del tessuto osseo (osteoclasti) aumentano la loro attività a svantaggio delle cellule che producono e depositano la matrice ossea (osteoblasti).
Questa azione indebolisce le ossa rendendole più fragili e dall’aspetto “poroso”.
Ecco perché il rischio di fratture aumenta considerevolmente come si verifica nei soggetti anziani.
– quali son le cause?
– quali i sintomi?
– è possibile fare esercizio fisico per chi soffre di osteoporosi?
Leggi il nuovo articolo per avere la risposta a queste e altre domande sull’argomento!
Buona lettura 😉
Tabella dei contenuti >> (tempo lettura: 6 minuti)
Quali sono le funzioni principali delle nostre ossa?
Le nostre ossa hanno le seguenti funzioni:
- sostenere l’intera struttura corporea
- offrire alla muscolatura le leve per eseguire i movimenti
- proteggere gli organi interni
- definire il percorso di molti nervi e vasi sanguigni.
Il tessuto osseo è un tessuto connettivo di sostegno ricco di calcio che conferisce le caratteristiche di solidità e resistenza.
Cause e fattori principali dell'osteoporosi
Le cause e i fattori predisponenti dell’osteoporosi sono:
- Età: oltre 65 anni è facile riscontrare un quadro di osteoporosi anche se l’evidenza si manifesta solo in caso di frattura
- Sesso femminile: è la donna ad avere uno squilibrio tra la formazione a livello osseo e l’azione di riassorbimento durante la menopausa.
In questo periodo, infatti la carenza ormonale degli estrogeni non protegge più il tessuto osseo - Ridotta densità ossea per fattori genetici, ereditarietà e familiarità con alcune malattie.
Entro 30 anni cioè in età giovane – adulta, raggiungiamo la massima massa ossea che, per alcuni soggetti può risultare ridotta causa fattori genetici e ambientali.
Questi primi 3 sono fattori non modificabili.
- Alimentazione: un basso contenuto di calcio nella dieta o i disturbi alimentari come l’anoressia possono favorire l’osteoporosi
- Stile di vita: l’abitudine smodata al fumo e all’alcol, la sedentarietà e la mancata attività fisica, il peso corporeo incidono sull’equilibrio osseo
- Malattie croniche intestinali, celiachia.
Sono responsabili di un non buon assorbimento a livello intestinale così come la presenza di malattie oncologiche ed endocrine - Immobilizzazione: a lungo allettati per un decorso post – operatorio o in seguito ad una malattia, immobilizzati per un lungo periodo negli apparecchi gessati o costretti all’immobilità a causa di un grave trauma, sperimentiamo la rarefazione minerale delle ossa.
Questi ultimi 4 fattori che predispongono all’osteoporosi sono modificabili.
Anche l’assenza di gravità, come per gli astronauti o per un corpo immerso nell’acqua, predispone lo scheletro all’osteoporosi.
Quel corpo e i suoi muscoli (muscoli che perdono buona parte della loro massa) rimangono piuttosto inattivi nel contrastare la forza di gravità e mantenere quindi la statica.
Ecco che il calcio lentamente se ne va dalle ossa anziché depositarsi e viene eliminato attraverso le urine.
Quali sono i sintomi dell'osteoporosi
Contrariamente a quanto accade con le altre condizioni patologiche, l’osteoporosi non manifesta sintomi precisi.
Fratture con o senza dolore sono sintomi che emergono quando l’osteoporosi è già ad uno stadio molto avanzato.
Le parti ossee più colpite sono:
- la testa del femore
- le vertebre dorsali e lombari
- il polso
Il dolore può essere acuto e invalidante come nelle situazioni di crollo vertebrale.
Diagnosticare precocemente l’osteoporosi è fondamentale per evitare di arrivare alla condizione di frattura spontanea.
Attraverso la densitometria ossea o MOC (Mineralometria Ossea Computerizzata) è possibile misurare la quantità di minerali nelle ossa o BMD (Densità Minerale Ossea).
Con la MOC si evidenzia il primo stadio di perdita del tono calcico (osteopenia) che rappresenta il valore di una modesta riduzione di massa ossea.
La condizione di chi ha l’osteoporosi va valutata dal medico specialista fisiatra e tenuta sotto controllo da una terapia farmacologica ormonale, dalla calcitonina fino ai bifosfonati e soprattutto dalla vitamina D.
Però questo spesso non basta.
Si può far fronte con una corretta alimentazione, il controllo del peso corporeo e con una riduzione dell’infiammazione dell’organismo, con le cure fisioterapiche (utilizzo dell’apparecchiatura elettromedicale Horizontal Therapy, programma “osteoporosi” total body, 30 minuti di trattamento), ma soprattutto con l’esercizio terapeutico e fisico.
Con il fisioterapista in un percorso di trattamento riabilitativo quando il quadro di osteoporosi è serio, in gruppo o individualmente con il personal trainer in palestra per la prevenzione, si può migliorare la condizione del tessuto osseo.
Perché l'esercizio fisico fa bene alle ossa?
L’esercizio terapeutico e fisico crea delle stimolazioni meccaniche sull’osso attraverso le contrazioni muscolari, che sollecitano le cellule ossee nella loro azione sulla densità ossea.
Ciò determina i seguenti effetti:
- aumento della massa ossea che contrasta la riduzione e la rarefazione ossea
- miglioramento della forza muscolare, della resistenza e della potenza
- mantenimento della flessibilità articolare, dell’equilibrio statico e dinamico (da fermi e in movimento)
- correzione della postura con il rinforzo dei muscoli erettori del tronco
- miglioramento della coordinazione nei movimenti e dell’andatura nella deambulazione
- stabilizzazione dell’anca e del busto per evitare le cadute nelle persone di età pari o superiore ai 65 anni
- calo del rischio di fratture e prevenzione della perdita del trofismo osseo.
Solo quando i muscoli sono sottoposti costantemente a stimoli in forza con esercizi in carico e di impatto dosato, solo con esercizi che facciano sopportare più peso a tutto l’apparato muscolo – scheletrico si può aiutare a costruire e a mantenere la robustezza ossea.
👉 Ma ci sono esercizi da evitare?
Si, sono da evitare invece tutti gli esercizi e i movimenti che esercitano una forza troppo forte su una struttura ossea rarefatta e debole come quella di chi ha l’osteoporosi.
Perciò esercizi in torsione, addominali dinamici, esercizi che prevedono carichi eccessivi o che sono ad alto impatto, esercizi eseguiti in velocità senza un graduale controllo trovano una netta controindicazione.
5 esercizi di fisioterapia per combattere l'osteoporosi
👉 ESERCIZIO 1: Ponte
Distesi a pancia in su con ginocchia flesse e piedi appoggiati, sollevare il bacino contraendo i glutei e rimanere in posizione per qualche secondo.
👉 ESERCIZIO 2: Piegamento
Da in piedi, piegare le gambe tenendole leggermente divaricate e mantenere la posizione per qualche secondo sentendo la contrazione dei muscoli delle cosce.
👉 ESERCIZIO 3: Alzarsi dalla sedia
Sedersi lentamente su una sedia e alzarsi senza l’aiuto delle mani, andando al rallentatore per far lavorare i muscoli degli arti inferiori.
👉 ESERCIZIO 4: Equilibrio su una gamba
In piedi, portare il peso su una gamba leggermente piegata e sollevando l’altra di poco. Rimanere in carico per circa 10 secondi.
👉 ESERCIZIO 5: Quadrupedia
Nella posizione del gatto, sollevare il braccio e la gamba controlaterale, distenderli e mantenerli in posizione per alcuni secondi; alternare con l’altro braccio e gamba controlaterale.
5 consigli utili per chi soffre di osteoporosi
Infine, vogliamo lasciarti con alcuni nostri consigli che reputiamo davvero utili per chiunque soffra di questo disturbo:
- cammina all’aria aperta almeno 20 – 30 minuti al giorno impegnandosi nelle varie fasi del passo
- pratica attività fisica dosata e mirata, facendoti guidare in palestra dal personal trainer due volte alla settimana
- esponiti alla luce solare per stimolare la produzione di vitamina D
- non evitare pesi e carichi nella vita quotidiana ed essere favorevoli ad una adeguata fatica fisica
- segui una corretta alimentazione per ridurre lo stato di infiammazione e portare l’organismo ad un PH meno acido.
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